Che cosa chiediamo alla ricerca

Alcuni… antichi studenti, ormai docenti a loro volta, mi hanno spedito il bando di un concorso per borse di ricerca a docenti delle scuole pre-univeristarie, bandito dall’IRRE-Lombardia, chiedendo un parere. Leggendolo, vi ho trovato alcune osservazioni che sembrano dare senso al tentativo che stiamo facendo di offrire occasioni di confronti/incontri ai colleghi che lavorano nella scuola di base o … sulla scuola di base. Per esempio, questa: “Le variabili che entrano in gioco nell’insegnamento e nell’apprendimento sono molte e complesso il loro rapporto. Un contributo fondamentale, ai fini della comprensione dei meccanismi che determinano efficaci risultati di apprendimento, può essere fornito dalla riflessione sulle pratiche didattiche. Il lavoro in classe del docente, spesso confinato in una dimensione poco visibile, nasconde invece in sé potenzialità creative che si realizzano in azioni efficaci, percorsi produttivi di valore aggiunto, soluzioni spesso brillanti. Tali capacità professionali con difficoltà si traducono in riflessione e arricchimento comune a volte solo per mancanza di occasioni, mentre costituiscono un capitale per il miglioramento della scuola.”
Ma vi ho trovato anche alcune osservazioni che toccano un tema che è sempre all’ordine del giorno nel lavoro del gruppo che cura questo sito: che cosa chiediamo, come operatori della scuola, alla ricerca didattica o, meglio, ai ricercatori in didattica della matematica? Che cosa vuol dire l’aggettivo “scientifico” applicato all’espressione “ricerca in didattica della matematica”? Che rapporti ci sono/ci piacerebbe ci fossero fra operatori della scuola e ricercatori?
Veniamo da un periodo di grosso scollegamento fra questi due mondi. L’introduzione della figura del docente-ricercatore è una delle soluzioni che sono state prospettate e ci sembra particolarmente significativa, ma ci resta il compito di coinvolgere tutti i docenti (o basterebbe coinvolgerne molti?) nella collaborazione effettiva con il mondo della ricerca, non semplicemente come utenti finali di proposte costruite altrove.
La rete è sicuramente uno strumento importante, ma per noi la strada è ancora molto lunga e sicuramente a settembre saremo ancora qui a ricominciare. Magari anche con una versione più ambiziosa delle stesse domande: che rapporti ci sono/ci piacerebbe ci fossero fra operatori della scuola e mondo della ricerca matematica tout-court?

Simonetta Di Sieno

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